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Il processo civile è sempre stato un giudizio estremamente tecnico e banco di prova della competenza strettamente giuridica dell’avvocato. Negli ultimi anni, però, il tecnicismo del processo civile è andato costantemente aumentando, per due concorrenti ragioni. Da un lato, a causa delle cicliche riforme con le quali il legislatore è intervenuto a modificare una infinità di istituti, ma in assenza di un disegno organico di riforma; dall’altro lato, a causa dell’inevitabile interpretazione giurisprudenziale, chiamata a coordinare le lacune e le antinomie create da riforme non sempre coordinate col quadro normativo previgente. L’intrecciarsi di novità normative ed evoluzione giurisprudenziale ha reso particolarmente complicato il compito del professionista che si accinga a introdurre un giudizio civile in primo grado od una impugnazione, per la semplice ragione che da un lato si sono introdotte regole nuove in merito al contenuto degli atti, e dall’altro sono aumentate le cause (e quindi i rischi) di inammissibilità. Le giornate di studio si propongono di offrire all’uditorio un quadro aggiornato di “quel che c’è di nuovo” da sapere sul processo civile, per effetto degli interventi del giudice di legittimità nel suo più alto consesso: le Sezioni Unite. Lo scopo è duplice: da un lato illustrare organicamente ed ordinatamente gli approdi giurisprudenziali; dall’altro segnalare le eventuali insidie, così come le possibili opportunità, scaturenti dagli interventi nomofilattici della Corte di legittimit..

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